Coltiviamo emozioni
Il valore umano dell’agricoltura

Il valore umano dell’agricoltura

Le aziende della rete Coltivatori di emozioni : “Situazione del Paese difficile, ma sapremo uscirne”

La riscoperta delle produzioni agroalimentari locali costituisce il motore che muove il progetto di Coltivatori di Emozioni. Un obiettivo che si fonda su molteplici elementi, ognuno concatenato con gli altri.

Il recupero e la salvaguardia delle coltivazioni tipiche italiane nasce dall’impegno di tutelare il paesaggio rurale italiano, grazie al recupero dei terreni produttivi incolti e la riattivazione delle zone rurali in stato di semi abbandono.

Una scelta che non solo mira alla salvaguardia ma anche ad un aiuto concreto per la creazione di nuovi posti di lavoro. Degli inserimenti lavorativi che possano contribuire a ricostruire il legame delle persone con l’agricoltura ed a tramandare le tradizioni contadine, arricchito, però, da una nuova concezione dell’agricoltura, fatta di lavoro, conoscenza e prospettive future.

Queste idee si sono tradotte nella creazione di una rete di social farming, una piattaforma di condivisione che collega tutte le piccole aziende agricole che ne fanno parte. Una rete che coinvolge non solo i produttori, ma anche aziende sponsor, distribuzione diretta, pubblica amministrazione, enti di formazione e consumatori. In sostanza, un insieme di persone, unite dalla passione per ciò che rende l’agroalimentare italiano un settore unico e ricco di prodotti di alta qualità.

Ad oggi, la terribile e precaria situazione che il nostro Paese sta vivendo, rompe quel contatto diretto e fisico che, per taluni aspetti, costituisce un elemento essenziale per relazionarsi con l’ambiente rurale ed i suoi elementi.

Tuttavia, come il ciclo delle stagioni prosegue ineluttabile il suo corso, anche i nostri coltivatori proseguono il lavoro nelle aziende. E come in ogni settore produttivo, sociale e culturale, vivono la precarietà della situazione attuale.

Come ci spiega Damiano di Apiamoci, «c’è una differenza abissale tra chi vende i prodotti agricoli al dettaglio rispetto a chi conferisce all’ingrosso», ed aggiungono, «chi come noi ha scelto di mettersi in gioco in prima persona con il cliente, ha fatto un investimento, ha deciso di dedicare energie e passione nel coltivare relazioni con le persone». Apiamoci, così come molte altre aziende della nostra rete, ha deciso di ampliare il raggio di azione della sua azienda, divenendo un luogo in cui i visitatori possono formarsi e conoscere più da vicino la realtà degli apicoltori.

«Al giorno d’oggi, molte aziende agricole si sono modernizzate, inserendo la didattica, il turismo, l’accoglienza nella loro idea di impresa, ed è questa parte delle nostre aziende che più traballa ora con questi provvedimenti governativi. Provate a pensare cosa vuol dire per un agriturismo, che coltiva per riproporre i prodotti nella propria ristorazione, trovarsi ad affrontare delle direttive come quelle emanate ora»

Il settore della vendita per la ristorazione ed i mercati cittadini sono fra i più colpiti dai necessari decreti governativi, e divengono un peso rilevante per le piccole aziende agricole, poiché, non rientrando nella grande distribuzione, si vedono private delle consuete vie di vendita.

Sul breve termine, le problematiche più critiche si legano alle colture primaverili ed alla preparazione di quelle estive. Siamo infatti in una fase in cui, con il passare dell’inverno, sono essenziali  interventi  nei campi che, in alcuni casi, riguardano anche la raccolta di colture premature.

Ed a questo aspetto si lega una problematica cruciale, quella degli addetti alle fasi di lavorazione agricole, ovvero dei lavoratori stagionali. L’impossibilità di muoversi non solo nel territorio nazionale, ma anche, notizia recente, nell’ambito dell’Unione Europea, potrebbe creare dei seri problemi per le aziende agricole.

Come sostiene Luca Terenzi di Azienda Agricola ‘Luca Terenzi’ , per la sua azienda ad oggi vi sono problematiche di gestione del personale, soprattutto in termini di rispetto delle norme volte a contenere il contagio. Il loro prodotto principale, l’olio, ad oggi non risente particolarmente della situazione, tuttavia i rischi potrebbero seriamente aumentare nei prossimi mesi in caso di mancanza di una cura costante degli ulivi.

Per quanto riguarda il settore apistico, Milena di Azienda Agricola ‘Mondo della Vita’ afferma: «l’annata 2020 è iniziata con largo anticipo, con fioriture anticipate e giornate particolarmente calde, che hanno interrotto il riposo invernale delle api, costringendo ad intervenire anzitempo, senza la certezza di riuscire a scongiurare gelate tardive e ritorni di freddo».

Milena e la sua ‘Mondo della Vita’ sono entrati di recente nella rete di Coltivatori di Emozioni. Il suo apiario principale si trova sul monte Castra, nella provincia di Bergamo, l’area più tragicamente colpita in termini di decessi a causa del coronavirus (Covid-19).

Nel suo caso la mobilità è un tema cruciale. Una problematica legata alla mobilità delle merci e delle persone, che diviene cruciale per lei e per le altre aziende del settore poiché gli apiari si trovano dislocati sul territorio, in taluni casi anche oltre i confini provinciali.

Tuttavia Milena è fiduciosa e legata profondamente al suo territorio ed agli agricoltori bergamaschi:

«Conosco bene la resilienza e la forza di spirito dei nostri produttori e posso affermare con assoluta certezza che sapranno cavarsela egregiamente anche stavolta»

I giorni difficili che tutti noi viviamo, chi più e chi meno direttamente, necessitano una riflessione che si ponga una visione lungimirante. Come infatti ci ricorda Damiano di Apiamoci, «i fiori sbocceranno ed i semi germoglieranno comunque, come stanno facendo, in questo inizio di primavera. I prodotti della terra che vi proponiamo ci saranno comunque».

Tuttavia mancheranno delle persone ad assistervi. Ed è proprio in loro che le nostre aziende agricole confidano.

E’ di questa idea Mario di BergAmore, che vede nella situazione attuale degli spunti di riflessione per i consumatori, incentrati sulla riscoperta della filiera corta e delle tipicità locali.

«Le aziende agricole in Coltivatori di Emozioni, sono piccole, è vero, e proprio per questo vengono gestite al massimo, per avere un prodotto di qualità superiore»

Per Mario, il fare rete oggi «è estremamente necessario», ed è dello stesso avviso Luca di Azienda Agricola ‘Luca Terenzi’, che riflette sul potenziale della diffusione di conoscenza ed esperienze su molteplici canali.

È comune il pensiero che  gli eventi di oggi possano far riflettere su una nuova relazione con la natura, su una sua differente fruizione. La fruizione di territori rurali, anche limitrofi a grandi contesti urbani, potrebbe essere il desiderio di molti, rinchiusi oggi negli appartamenti dei grandi palazzi delle città.

Un dato posto in evidenza da molti, ovvero il non dare per scontata la natura ed il lavoro quotidiano di chi la plasma, la cura e la valorizza.

Le aziende che hanno deciso di entrare a far parte di Coltivatori di Emozioni considerano il rapporto umano un elemento imprescindibile per far comprendere il valore e la storia dei loro prodotti. Sta anche a noi comprendere e valorizzare il loro lavoro.

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