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Ti aggiorno: Alla scoperta dell’oro rosso di Navelli

Ti aggiorno: Alla scoperta dell’oro rosso di Navelli

Alla scoperta dell’oro rosso di Navelli| Cooperativa Altopiano di Navelli

Il tempo prometteva pioggia ma “a Navelli non piove mai” affermano gli abitanti di Civitaretenga, il piccolo borgo e unica frazione di Navelli, che ci ha accolto per condurci alla scoperta dello zafferano. La raccolta, la pulitura degli stimmi, l’essiccazione ogni anno, durante il periodo autunnale, richiama la curiosità di tanti visitatori italiani e stranieri, affascinati dalla preziosa spezia e dalla bellezza di questo antico rito di comunità. Insieme a noi è arrivato in Abruzzo anche il team di Velasca, marchio di scarpe artigianali italiane che ha scelto di focalizzare la propria comunicazione Instagram sul racconto delle eccellenze nostrane: un tour per immagini e video che, di volta in volta, mette in luce le eccellenze più o meno note dell’artigianato e dell’agroalimentare nazionale. Eccoli qui, insieme a Coltivatori di Emozioni, per adottare lo zafferano della Coop. Altopiano di Navelli e raccontarne la sua storia. 

Massimiliano D’Innocenzo, presidente del Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP e nostro insostituibile “Virgilio” durante il soggiorno navellese, ci accoglie e ospita nell’ostello nell’ex convento quattrocentesco di S. Antonio da Padova, un’oasi di pace affacciata sull’altopiano di Navelli.  

Alle 8.00 siamo tutti pronti per trasferisci nei campi e iniziare la fase di raccolta. Il presidente della cooperativa Altopiano di Navelli, Valentino Di Marzio ci saluta dalla macchina, dandoci appuntamento poco dopo: ha fretta di tornare a casa, la sua giornata è già cominciata da oltre un’ora sui campi speziati. Ogni mattina durante tutto il periodo della raccolta, i campi di zafferano si popolano di schiene piegate, di ginocchia inumidite e goliardiche imprecazioni verso il monaco domenicano Santucci, a cui si deve l’arrivo dello zafferano dalla Spagna. La leggenda vuole che sia stato proprio lui a riportare a Navelli tre bulbi del fiore nel XII secolo. Da allora L’Aquila è diventata il centro di un florido commercio sia in Italia che all’estero. 

Lo zafferano è una faccenda di famiglia, è un rito di cooperazione quotidiano che vede riunirsi parenti e amici. Dopo la meticolosa raccolta dei fiori è la volta della sfioratura: la separazione dei stimmi dagli stami e dal fiore. Un lavoro paziente a cui tutti partecipano: sono 8 le famiglie di Civitaretenga che coltivano la spezia; una decina a Navelli. La Cooperativa raggruppa 13 comuni dell’aquilano. “In tutto siamo 86 soci e tra questi una 20ina sono i produttori più anziani che pur non coltivando più non lascerebbero mai la nostra istituzione – ci racconta il presidente della Coop.. Dalla sua fondazione nel 1971 ad opera di Silvio Salvatore Sarra, ci occupiamo del confezionamento del prodotto in fili e in polvere e della sua commercializzazione. Quattro anni fa, insieme al Consorzio di Tutela, abbiamo anche istituito la Banca dello Zafferano: un concorso per contrastare il calo di produzione e incentivare nuovi produttori di Zafferano dell’Aquila DOP. Ogni anno in base a dei requisiti specifici, un quantitativo iniziale di bulbi di Crocus Sativus L. vengono offerti a 10 giovani che vogliono avviare per la prima volta un nuovo impianto, come prestito d’onore. Quest’anno abbiamo avuto solo 7 domande purtroppo. La terra è troppo bassa e la raccolta è la parte più dura del lavoro, è facile scoraggiarsi. Noi però non ci scoraggiamo, siamo ancora qui e crediamo nel nostro territorio” – conclude sorridendo il presidente Valentino Di Marzio e il pensiero va al terremoto del 2009 il cui ricordo è ancora presente camminando nel borgo e nel piccolo ghetto di Civitaretenga.

Ormai è ora di pranzo e nella sede della Cooperativa ci aspetta Dina, nipote del fondatore Salvatore Sarra, pronta a saziarci con un menù a base di zafferano. Il risotto non è mai stato così saporito nella sua genuina colorazione. È poi la volta della salsiccia – rigorosamente nostrana – e patate al forno profumate allo zafferano. Il pasto si conclude con delicatissima coppetta di ricotta amalgamata con zafferano e qualche goccia di liquore d’oro rosso. Il risultato è disarmante nella sua semplicità! Il caffè è d’obbligo per rimettersi in sesto e per prepararsi al rito dell’essiccazione. Tutti stretti nella cucina dal grande camino, sembriamo i Re Magi al cospetto della nascita santa. Dina prepara con cura la brace e stende gli stimmi freschi sul setaccio della farina. Il tempo per essiccare lo zafferano è breve, un quarto d’ora circa, ma bisogna fare attenzione, un attimo di distrazione potrebbe bruciare irrimediabilmente tutto il lavoro e il guadagno di una giornata. L’aroma comincia a diffondersi. Gli stimmi di zafferano hanno raggiunto la colorazione rosso-aranciata che li caratterizza. Un vera magia!

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